Si stima che i dispositivi robotici nel settore industriale siano aumentati di circa il 16% l’anno dal 2010 e che, entro il 2025, saranno utilizzati dal 60% delle industrie. Il dato dell’International Energy Agency parla chiaro: il settore è in rapida espansione. Guai, però, a pensare al robot come a una macchina rigida, usata solo in contesti produttivi. Oggi le applicazioni di un robot spaziano dalla riabilitazione all’agricoltura di precisione, dall’assistenza di soggetti fragili alla manipolazione di beni delicati.
Sono così maturate la soft robotics, che punta a sviluppare robot dotati di arti e interfacce flessibili, adatti ad interagire con gli esseri viventi, come la robotica “wearable”, basata su sistemi indossabili (esoscheletri, indumenti “smart”) in grado di misurare parametri fisiologici e di interagire con il soggetto che li porta.
I robot sono divenuti sistemi sempre più integrati, vicini e ispirati agli esseri viventi, presenti nella vita quotidiana. In tal senso, contribuiscono a obiettivi sociali, ambientali ed energetici di sviluppo della società e, come tali, devono essere sostenibili.
Il Dipartimento di Ingegneria Industriale ha fatto proprio questo assunto e ha elaborato un progetto multidisciplinare che gli è valso il riconoscimento a Dipartimento di Eccellenza per il quinquennio 2023-2027.
La squadra di docenti e ricercatori del DII, con Matteo Benedetti e Giacomo Moretti in testa, è al lavoro per esplorare i diversi aspetti della sostenibilità in robotica. Tra questi:
La ricerca si articolerà su tre livelli che porteranno allo sviluppo di componenti e sistemi robotici sostenibili con complessità crescente.
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